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Digital Transformation – Di cosa parliamo e quali sono le obiezioni più comuni che ne bloccano il processo.

Sempre più si sente parlare di Digital Transformation, parola ormai abusata che non sempre porta alle aziende i risultati aspettati.

Proverò in questo articolo a darvi un punto di vista di cosa è e come valutare i benefici che può portare alla tua azienda e quali sono gli ostacoli che ne impediscono l’adozione.

Il grado di digitalizzazione delle aziende Italiane è alquanto variegato, si passa da piccole aziende super efficienti e iper tecnologiche a medie e grandi imprese che ancora lottano con processi vecchi ed elefantiaci.

Il vero punto focale è che il 90% delle PMI italiane si basa su genio e sregolatezza del socio fondatore che spesso ricopre e/o vuole avere l’ultima parola nelle decisioni di tutti i ruoli apicali dell’azienda passando dal CEO al CFO al CIO.

Ma cosa si intende con Digital Transformation e come può impattare sulla tua azienda? Volendo dare una definizione semplicistica per Digital Transformation intendiamo l’introduzione della tecnologia, e, dei cambiamenti organizzativi e strutturali che ne conseguono che possono portare un’ottimizzazione nei processi dell’azienda. Provo ad essere ancora più chiaro con un paio di esempi semplici ma utili a farti comprendere quali possano essere i campi di applicazione:

  • Dotare la forza vendita di uno strumento che gli permetta di conoscere in tempo reale le giacenze in magazzino, di far firmare l’accordo al Cliente e di inviare l’ordine in azienda;
  • Installare in catena di produzione un SW integrato con il magazzino logistico, con i Fornitori e con il sistema di gestione ordini per ridurre le scorte e ottimizzare l’approvvigionamento just in time.

Ma quali sono gli ostacoli all’introduzione di “sana” innovazione? Ecco di seguito quelle che, dalla mia esperienza, sono le obiezioni più frequenti che mi vengono fatte quando ci si trova a discutere sull’introduzione di processi di digitalizzazione e i motivi per cui sono false:

 1. Digitalizzare vuol dire mettere i propri dati in posti non sicuri

Ormai quasi tutte le soluzioni sono fornite in modalità SaaS, PaaS, IaaS ed è quindi importante assicurarsi sia che le infrastrutture cloud dove sono ospitate siano sicure sia che le applicazioni non abbiano bug di sicurezza. È sicuramente vero che avere i dati “in casa” non è sinonimo di sicurezza, anzi al contrario è praticamente impossibile garantire gli stessi livelli di sicurezza e garanzia del dato che si hanno in un ambiente dedicato e protetto. Perciò l’unico consiglio che voglio darvi è fatevi aiutare da a società affidabili e non fate che sia la sola leva economica a guidare la vostra scelta. Vi invito a leggere questo articolo che descrive in maniera puntuale il fatto che la vulnerabilità più comune nelle reti interne si è rivelata essere quella dell’utilizzo di password deboli (100%) (Cloud Storage sotto attacco). A volte prima ancora di pensare all’innovazione dei processi sarebbe necessario partire dalla base e capire con sessione di security assessment quali sono le vulnerabilità che possono minare il vostro business.

2. Digitalizzare vuol dire essere ostaggi di processi informatici che potrebbero non funzionare.

Anche questa è una falsa convinzione. E’ sicuramente importante che il processo di introduzione della tecnologia sia accompagnato da una fase di studio e progettazione e anche in questo caso è importante che ad aiutarvi siano dei professionisti dei quali vi fidiate e ai quali darete modo di entrare nei vostri processi aziendali. Fatto ciò, avendo ben chiaro che tutti i processi di cambiamento richiedono dei tempi di messa in esercizio e affinamento, tutto funzionerà nel modo corretto, con maggiore efficienza e con una sicurezza sui dati e sulla continuità del vostro business che non potreste avere altrimenti.

3. Digitalizzare costa troppo

Questo forse è la più falsa di tutte le obiezioni, o almeno lo è se analizziamo l’investimento nel corretto lasso temporale. Spesso quando ricevo questa obiezione mi viene in mente il discorso tra CFO e CEO che spopola su linkedin:

Ecco io la riscriverei in questo modo, anche se spesso in questi casi CFO e CEO vanno a braccetto

CFO asks CEO:

“Costa troppo portare avanti progetti di innovazione in azienda. I nostri processi, seppur macchinosi funzionano e hanno sempre funzionato cosi”

CEO: “Per quanto tempo ancora potremo essere competitivi sul mercato e quanto ci costerà in termini di competitività con la concorrenza non innovare?”

4. Non ci sono le infrastrutture tecnologiche a supporto dell’innovazione.

Diciamo che in alcuni casi questa obiezione può essere reale ed è pur vero che l’Italia non è ai massimi livelli infrastrutturali se paragonata ad altre realtà Europee. In questo caso mi sento però di dire, perdonatemi se sono un po’ di parte, che è il caso più vero nel quale non deve essere la parte economica il driver per la risoluzione di questi tipi di problematiche. L’operatore per il quale lavoro ha oggi la rete 4G migliore d’Italia , ha investito in Italia oltre 3,5 Miliardi di euro in innovazione negli ultimi due anni, ed è, secondo una ricerca Gartner, il primo operatore al mondo per i Managed M2M services. Diciamo che ho imparato in questi anni a dare per scontato che i problemi infrastrutturali non esistono, e che nella peggiore delle ipotesi eè a volte necessario che sia la tecnologia ad adeguarsi ai vincoli infrastrutturali che ci si trova ad affrontare.

5. Non abbiamo stanziato un budget in innovazione

Direi che la risposta a questa obiezione è semplicemente la somma delle risposte alle obiezioni precedenti. In questo caso, più che negli altri, mi sento di dire che è compito del Consulente che vi affianca aiutarvi a calcolare il ROI della soluzione che state valutando. La mia esperienza mi porta a dire che oggi più che mai è impossibile vendere soluzioni per le quali non siano valutabili i tempi di ritorno dell’investimento.

Ci siamo focalizzati in quelli che sembrano essere i motivi che ostacolano i processi di innovazione aziendale e questo è tanto più importante in questo momento storico in cui il piano Industria 4.0 viene a dare una mano agli investimenti tecnologici. Il consiglio reale che mi sento di dare alle PMI è quello di focalizzarsi sul core business aziendale e di cercare esperienza e best practices per i dipartimenti a supporto del business affidandosi agli specialisti del settore.

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